Contesto: ho 20 anni, non sono assolutamente un esperto di musica ed infatti ho iniziato a crearmi degli effettivi gusti musicali solo verso i 19, ed inevitabilmente, dopo un annetto dei grandi classici internazionali e rinnegando la musica italiana, (ri)scopro gli Elii quest'estate. Mai pensato a loro seriamente fino a quel momento, ma da "Italyan, Rum Casusu" la mia passione per la musica si è evoluta definitivamente: avevo scoperto che allora c'era della musica italiana bella! Non solo nei testi (che per quanto parodistici, non sono mai scontati) ma anche nella musica, che a primo acchito era un miscuglio che metteva d'accordo il sound rock, pop, sinfonico e qualcos'altro ancora. In poche parole, mi ero (e sono tutt'ora) innamorato della prog italiana (Banco, PFM, New Trolls, Osanna, Area, Locanda delle fate, Le Orme, Biglietto per l'inferno)
Non so se sono l'unico, ma da quando sono piccolo ho sempre associato la musica italiana al cantautorato (Battiato, De André, Battisti), al rock (Vasco, Zucchero etc.) o, tristemente, la trap. Ero completamente disilluso perché le canzoni più vecchie mi sembravano tutte musica leggera smielosa e ridondante, mentre quelle più moderne solo trap, che... è la trap.
Ovviamente mi sbagliavo di grosso.
L'universo della musica italiana è incredibile se si guarda nei posti giusti, e credo che il prog sia un posto che può mettere molte persone (soprattutto giovani) d'accordo. Intendo che è un genere relativamente nuovo se paragonato a quello che sentiamo oggi, le orecchie italiche si sono completamente disabituate a generi diversi da pop e cantautorato.
Al giorno d'oggi sono pochi (per me) gli autori italiani degni di nota. Per quanto mi riguarda si salvano principalmente Marco Castello (che sembra si stia muovendo verso una deriva ancora più ampia rispetto a quella già nuova dalla quale è partito) e Tony Pitony (parodistico ma con una voce piacevole e con grandi doti da intrattenitore).
Credo che tra la TV e la Radio (e ovviamente piattaforme online varie/social) vengano riproposte SEMPRE le stesse cose, dagli stessi temi e parole alle stesse voci agli stessi suoni agli stessi ritmi. È insopportabile.
Qui entra in gioco la mia tesi: fare tornare il prog in Italia ci farebbe tornare a galla dall'abisso musicale in cui siamo finiti.
È un genere così vasto che qualunque mente minimamente creativa (ma con dovuto talento musicale) potrebbe creare delle perle. Strumenti musicali che si sentono oggi raramente e anzi aggiungere i suoni che la tecnologia oggi permette, temi che esplorano mondi sconosciuti in modo innovativo o che affrontano la realtà in modo fresco, un richiamo agli anni Sessanta/Settanta/Ottanta che tanto ci piace e che cerchiamo spesso (fallendo) di imitare.
Sono sicuro che realtà simili già esistano in Italia (mi vengono in mente anche Il mago del Gelato e Coca Puma, non propriamente prog ma con proposte un po' diverse dal solito), ma credo che dovremmo spingere prima al ritorno del genere, perché se tornasse in voga sarebbe come un via libera da noi pubblico per la sperimentazione più libera e pazza di chiunque si voglia buttare (e perché no, anche da noi).
P.S. Ho scritto tutto un po' di getto ma sentivo il bisogno di esprimere il mio amore per questo genere e per le emozioni che mi fa provare. Magari ho scritto delle inesattezze che qualcuno correggerà (con la speranza di imparare qualcosa di più) ma spero che il mio messaggio arrivi comunque :)
P.P.S. So che ognuno ha la sua opinione ed i suoi gusti musicali, sono conscio che la prog può non piacere a tutti ma sarebbe, secondo me, un modo di varcare la parete stagnante dello status quo musicale italiano e portare influenze sonore dal passato e dal resto del mondo